Fallschirmjäger scala 1:16

Seconda battaglia di Monte Cassino

Il piano consisteva in una manovra a tenaglia da nord e da sud della città, essa doveva coinvolgere i corpi neozelandesi e indiani. Gli indiani, molto più abituati ai terreni pesanti degli americani, trovarono pure infinite difficoltà ad avanzare sulla montagna e di fatto si bloccarono ai piedi dell'abbazia. I comandi alleati si resero conto dell'impossibilità di prendere il Monastero in quelle condizioni. In questo contesto, tra il 5 e il 15 febbraio maturò una delle decisioni più controverse dell'intero conflitto: il "bombardamento di Montecassino", suggerito dal comandante della 4ª divisione indiana Francis Tuker. La questione chiave, a cui gli alleati risposero affermativamente era se il Monastero fosse, o no, occupato dai tedeschi. In effetti non lo era, ma questo lo si scoprì solo dopo. Lo stesso Generale Mark Wayne Clark, che dette l'ordine, a posteriori ammette che fu un tragico errore di tattica militare - oltre che una vergogna dal punto di vista morale - che rese poi tutto il lavoro più difficile. Infatti, come fece notare, in una sua monografia, lo storico di Harvard Herbert Bloch, il bombardamento non fu solo un'operazione inutile ma anche estremamente dannosa dal punto di vista strategico: Bloch sosteneva che le macerie del bombardamento, occupate subito dai tedeschi, avevano offerto un prezioso riparo, che consentì loro di tenere a lungo quella posizione, dalla quale poterono bersagliare le truppe alleate, infliggendo gravissime perdite a chiunque tentasse di superare la linea Gustav.

Tra l'altro, fra le autorità ecclesiastiche e quelle italo-tedesche vi fu un accordo secondo cui i soldati avrebbero potuto stare all'esterno dell'Abbazia, ma nessuno sarebbe potuto entrare. Infatti, i soldati che stavano nel perimetro non erano lì a far la guardia a un'eventuale guarnigione all'interno della struttura, ma sorvegliavano affinché nessun militare facesse l'errore di entrare all'interno del Monastero, oltre che coadiuvare il lavoro di messa in sicurezza dei beni artistici. Il 15 febbraio l'aviazione alleata rase al suolo Montecassino in un bombardamento che durò per tutta la mattinata. In questo bombardamento trovarono la morte numerosi civili che avevano cercato rifugio all'interno dell'abbazia, soldati tedeschi e quaranta soldati della divisione indiana.

Il giorno dopo, nonostante la distruzione, gli attacchi degli indiani fallirono perché i tedeschi si impadronirono delle rovine che offrivano un riparo perfetto. Infatti qualsiasi esperto di guerra urbana può confermare come una casa, o una struttura in generale, può rivelarsi una trappola, mentre le sue macerie costituiscono un riparo ideale.

Un analogo attacco portato in serata dal 28º battaglione contro la città di Cassino riuscì a penetrare fino a conquistare la stazione ferroviaria, ma il giorno dopo i soldati furono respinti sulle posizioni precedenti da un contrattacco tedesco.